Cesario Carena

Biografia

Cesario Carena nacque a Cambiano nel 1934

Nasceva con l’argilla nelle vene , Cesario.

Era nipote di Anna , che aveva fondato la Fornace Carena nel 1907; era figlio di Luigi , che aveva tanto a cuore quella Fornace da scegliere di stabilirsi con la famiglia in una casa ad essa annessa, pur di tenerla costantemente davanti agli occhi .

Cesario crebbe fra cava ed essicatoi , giocando con i figli dei tanti mattonai che, da quando degli aggiustamenti tecnologici avevano permesso di svincolare la produzione dal ciclo stagionale garantendo un lavoro costante durante tutto l’arco dell’anno, si erano stabiliti nei dintorni. Persino dei bimbi che con la Fornace non c’entravano nulla, ma che vivevano lì vicino, a Cambiano, vi sgattaiolavano ogni tanto, per approfittare della libertà di quello che, ai loro occhi, non era che un gigantesco parco giochi.

Nelle sue vene, però, scorreva anche altro: la passione per l’architettura.

Proprio per coltivare questo interesse, e trasformarlo in professione, una volta diplomatosi al Liceo Artistico, Cesario lasciò CAMBIANO per andare a studiare al Politecnico di Torino.

Nel 1960 si laureò in Composizione Architettonica con Carlo Mollino , l’architetto/designer/artista/fotografo amante della velocità la cui figura sui generis avrebbe fortemente influenzato Cesario.

Ottenuta la laurea, nel 1961, scelse di rimanere in città e aprì, insieme agli amici Roberto e Nino, uno studio in Corso Duca degli Abruzzi.

Torino in quei tempi ribolliva, sotto tanti punti di vista. Nel panorama artistico, in aperta contrapposizione con l’arte “tradizionale”, andava emergendo il movimento “guerrigliero” dell’ Arte Povera, che affascinava enormemente il giovane e promettente architetto. 

Poi, la svolta.

Nel 1975 suo cugino Vittorio gli chiese di tornare a Cambiano per progettare una moderna versione della Fornace , adeguata alle esigenze delle nuove tecnologie. Cesario accettò con entusiasmo, felice di poter essere parte attiva nel processo di innovazione.

Tornare, fu come riappropriarsi di un luogo del cuore. Un luogo che aveva conosciuto bene, ma che ora si mostrava in altra veste. O, forse, era lui che dopo tutti quegli anni di apprendimento e crescita, lo sapeva adesso guardare con altri occhi.

L’opera di ristrutturazione durò dal 1975 al 1980. Nell’arco di quegli anni, Cesario capì che, in realtà, ciò che più lo affascinava non erano tanto l’efficienza e la modernità della nuova Fornace, ma piuttosto i resti, le tracce e le testimonianze che il processo di innovazione, a cui lui stesso aveva contribuito, aveva lasciato dietro sé.

Per scelta, le fornaci ora inutilizzate non vennero demolite , anzi. 

Dal 1987 Cesario si occupò della valorizzazione della fornace di laterizi di famiglia e della cava annessa, trasformando i vecchi edifici in spazi polivalenti per attività artistiche e culturali e la cava esaurita in oasi naturalistica.

La riscoperta dei luoghi portò presto anche alla riscoperta di un materiale, l’argilla , al cui fascino era impossibile sottrarsi.

Cesario prese l’argilla in mano e iniziò così a sperimentare.

Opere

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Cesario si dedicò a LIBERARE

Liberò i luoghi , i materiali, i mattoni e gli scarti, riscattandoli dalla mera funzione strumentale e permettendo loro di evolversi e cambiare.

Negli spazi recuperati della fornace Migeon degli anni ‘60, si tenne il 10 ottobre 1987 la prima mostra, in cui si esponevano, e si celebravano, la Fornace e i suoi annessi e connessi (strumenti, strutture, laterizi), non come elementi statici, testimonianze di un passato che fu. Se ne esibivano l’evoluzione e l’intrinseca bellezza.

Cesario si dedicò a ESPLORARE

Esplorò l’argilla , lavorandola cruda e cotta, spingendosi fino ai limiti fisici del materiale. La utilizzò per creare oggetti di design, mani, sfere. Provò a cristallizzarne la naturale bellezza, arrivando a riprodurne e cuocerne un campo intero.

Cesario si dedicò a CREARE

Creò sculture , oggetti di design ed elementi di arredo per l’esterno (Clayart), inizialmente testando l’impiego del cotto in arredamento e avvalendosi anche di materiali esistenti (piastrelle o cemento), successivamente, in collaborazione con altri architetti, scegliendo di utilizzare esclusivamente prodotti di fornace.

LFSP, Munlab

Cesario si dedicò anche a recuperare .

Recuperò gli spazi della fornace e dell’oasi , ideandone e curandone la progettazione, in collaborazione con l’architetto Roberto Pagliero e con gli agronomi Giorgio Quaglio e Daniele Fazio di Seacoop.

Nel 1993 , quando gli interventi di recupero consentirono di poter fruire in modo pieno e sicuro di molti degli spazi un tempo dismessi, Cesario, fondò l’associazione culturale “La Fornace Spazio Permanente” .

Coinvolgendo artisti, professionisti, studenti, ex dipendenti della fornace, LFSP si pose come obiettivo quello di persistere nell’opera di recupero degli spazi di archeologia industriale della fornace centenaria e della cava e di continuare ad organizzare mostre, eventi e manifestazioni culturali, procedendo lungo il percorso di rifunzionalizzazione e valorizzazione di spazi e materiali.

Successivamente, sulla spinta di alcuni dei membri più giovani dell’Associazione , che chiedevano di avvicinarsi ancora di più al territorio, mettendo le proprie competenze multidisciplinari al servizio della comunità, Cesario scelse di compiere una nuova rivoluzione.

Nel 2001 l’Associazione istituì il Munlab, Ecomuseo dell’Argilla, riconosciuto a livello regionale nel 2007. Aprendosi al territorio e offrendosi come strumento per conoscere un materiale, una forma di lavoro e arte e le vite che vi giravano intorno, la Fornace si era trasformata ancora e continuava a vivere, riuscendo a dare nuovo senso a tutto ciò che vi era contenuto, dall’oasi alle opere d’arte, e a dare valore alla memoria di ciò vi era accaduto. 

Raccontami qualcosa di bello”amava dire Cesario pulendosi le lenti degli occhiali. E ogni cosa, persino la polvere della sua Fornace lo ascoltava, raccontandogli il bello che aveva in sé. 

Cesario Carena è mancato nel 2020. 

Il Munlab, Ecomuseo dell’Argilla ospita in esposizione permanente molte delle sue opere e, soprattutto, cerca di portare avanti con lo stesso entusiasmo una visione della vita, della cultura e dell’arte come un percorso infinito di continua mutazione . Perchè in fondo, è un po’ come guardare una scultura di Michelangelo: “se vedi quella finita sembra più povera di quella invece non finita”

Tra le mostre più significative di Cesario Carena ricordiamo:

2019 –
Oltre il mattone , mostra personale, Munlab, Ecomuseo dell’Argilla;
2018 –
Capillarità, mostra personale, Eremo di Santa Caterina, Rio ;
2006 –
Piemonte Torino Design, mostra collettiva di design, Torino;
2006 –
Heavy Light; Giardino Temporaneo , installazione in collaborazione con Antonio Perazzi, Porta Garibaldi, Milano;
2005 –
Segni della memoria e del silenzio, mostra personale, La Fornace Spazio Permanente, Cambiano, Torino;
2005 –
Anyang Public Art Project, installazione permanente, Anyang City, Corea del Sud;
2003 –
Festival International des Jardins, Chaumont sur Loire, Francia2003 – Hotrulus Animae , mostra collettiva Eremo di Santa Caterina e Orto dei Semplici elbano, Rio nell’Elba, Isola d’Elba;
2002 –
Carrefour de la Création, mostra collettiva di design, Centre Pompidou, Parigi;
2000 –
PluriExistenzen, mostra collettiva di design italiano, Kunst Museum, Duesseldorf, Germania;
1998 –
Cinque sculture viventi per l’Eremo, mostra personale, Eremo di Santa Caterina, Rio nell’Elba, Isola d’Elba;
1997 –
International Design Exibition Osaka ’97, ATC Hall, Osaka, Giappone;
1997 –
Ri-usi, mostra collettiva, Triennale di Milano;
1995 –
I giardini dell’Arte , mostra collettiva, Piazza d’Armi, Torino;
1995 –
Torino Design, mostra collettiva, Museo dell’Automobile, Torino;
1991 –
Straordinario, mostra collettiva, Fortezza da Basso, Firenze;
1989 –
Nidi per cince e altri uccelli, mostra personale, La Fornace Spazio Permanente, Cambiano, Torino;
1986 –
Situazioni Scultura, mostra collettiva, Comune di Massa.

Tra le opere più significative di Cesario Carena ricordiamo:

Il Cubo con erba, 1987;
Campo di argilla cotto a quota – 4,80’, 1987;
Campo arato, 1987;
Racconto: Sfere in tensione, 1987;
Cilindri, 1987;
Fiori, 1987;
Polveri d’impilatura
, 1987
Autoritratto
, 1987;
Portaombrelli
, 1987;
Portaoggetti
, 1987;
Tavoli e sgabelli
, 1987;
Nidi per Cince e altri Uccelli
, 1989;
Nido scultura
, 1989;
Colonne-nido
, 1989;
Il Muro con erba
, 1990;
L’Arco con erba
, 1992.
Biomuro con nido
, 1997
Siepe con nido
, 1997

I suoi lavori sono stati pubblicati su riviste quali:

Domus, Casa Vogue, Abitare, Recuperare, Architettura Cronache e Storia, Costruire in Laterizio

Approfondimenti:
M. Rasi, I. Mulatero, C. Carena (a cura di), La Fornace Spazio Permanente 1987-1997 , 1997, Associazione LFSP*
M. Rasi (a cura di),
Cesario Carena – Cubo, Muro, Arco, 1996, Associazione LFSP*
* acquistabile presso il Munshop